Curriculum dell'attività didattica e scientifica
Francesco Becchi si è laureato nel 1972 con il massimo dei voti e lode in “Letteratura greca” presso la Facoltà di Lettere dell' Università degli Studi di Firenze, discutendo con il Prof. Adelmo Barigazzi, titolare della Cattedra di “Letteratura greca”, una tesi sul De virtute morali di Plutarco.
Nominato nel 1972 addetto alle esercitazioni presso la Cattedra di “Lingua e Civiltà Greca” della Facoltà di Magistero dell'Università di Firenze, risultò l'anno successivo vincitore di una borsa di studio di addestramento didattico e scientifico presso la Cattedra di “Letteratura Greca” dell'allora Istituto di Filologia Classica "G.Pasquali" della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze. Passato nel ruolo dei contrattisti nel 1975, è stato nel 1980 inquadrato nel ruolo dei ricercatori universitari confermati, superando l'idoneità per il settore di “Lingua e Letteratura greca”.
Da allora ha prestato ininterrottamente servizio in qualità di ricercatore confermato prima presso l’Istituto di Latino della Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Firenze, dove ha svolto esercitazioni di lingua e sintassi greca per la Cattedra di “Lingua e Civiltà Greca”, di cui ha tenuto anche la supplenza nell’a.a. 1995-1996, e successivamente presso il Dipartimento di Scienze dell'Antichità "G. Pasquali" della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Firenze, dove ha costantemente collaborato con la Cattedra di “Letteratura greca” anche ricoprendo per affidamento l’insegnamento di “Storia della Lingua Greca”. Superato nel 2003 il concorso di professore associato di «Letteratura greca» (anche se a causa del blocco ministeriale del turn over, ha potuto prendere servizio solo il 1 Febbraio 2005), è stato chiamato dall’Università degli Studi di Firenze, dove presso il Dpt. di Scienze dell’Antichità “G. Pasquali” ha continuato l’insegnamento di “Storia della lingua greca”. Nel 2008 ha ottenuto la conferma in ruolo e dall’a.a. 2008-2009 ricopre l’insegnamento di “Lingua greca” (per l’indirizzo storico) e di “Letteratura greca” (per l’indirizzo filosofico).
Sotto la guida del prof. Barigazzi prima e del prof. Casanova poi si è dedicato principalmente allo studio dell'etica plutarchea partendo dal De virtute morali, uno scritto teorico di polemica antistoica, appartenente agli opuscoli filosofici di argomento etico. Nel rilevare l’organicità di questo scritto che svolge un ruolo importante per la corretta comprensione del fondamentale nesso ragione-passione che è alla base tanto dei Moralia quanto delle Vitae, ha proposto un’interpretazione innovativa alla luce di testi coevi, superando quell’astratto e astorico confronto con i Dialoghi di Platone da un lato e con le Etiche di Aristotele dall’altro.
I risultati di questi studi, esposti in una serie di articoli, hanno poi permesso,grazie anche all'incoraggiamento dell’allora Direttore dell'Aristoteles-Archiv di Berlino, prof. Paul Moraux, (cfr. Aristotelismus bei den Griechen II, Berlin–New York 1984, 272 n. 163), la pubblicazione dell'edizione critica con traduzione e commento del De virtute morali (“La virtù etica”) nel “Corpus Plutarchi Moralium”.
Consapevole che il periodo in cui visse Plutarco fu un'epoca di transizione che unì i grandi filosofi del periodo classico ed ellenistico al movimento neoplatonico, e convinto del forte eclettismo e sincretismo filosofico che caratterizza gran parte della produzione di questo periodo, ha ritenuto doveroso allargare l'orizzonte degli studi all'esame di testi rappresentativi dell'aristotelismo posteriore e del medioplatonismo. Da qui sono nati i lavori sul primo commentatore dell'EN di Aristotele, Aspasio, sulla complessa personalità filosofica dell’autore del DidaskalikÓs, il medioplatonico Alcinoo (Albino), per arrivare agli scritti pseudo-pitagorici di etica.
Nel contempo non ha tralasciato di approfondire altri aspetti del pensiero plutarcheo, tenendo sempre presenti sia i Moralia che le Vitae, quali la politica, la religione, la psicologia, la biopsicologia e la zoopsicologia, tematiche queste su cui ha tenuto comunicazioni e relazioni in occasione di Congressi nazionali (Pisa, Salerno, Pavia, Firenze) e internazionali (Madrid, Granada, Malaga, León, Coimbra, Parigi, Lille, Lovanio). Ha avuto anche l’opportunità di esporre i risultati degli studi condotti sulla biopsicologia e sulla zoopsicologia presso l’Università di Granada, Malaga e Parigi presso l’ “Institut d’Études Grecques” de l’ Université de Paris-Sorbonne (Paris IV).
L’attività di ricerca condotta in questi ultimi anni ha riguardato principalmente, anche se non esclusivamente, la Textüberlieferung dei Moralia di Plutarco e il pensiero etico-filosofico dell’intellettuale di Cheronea. Il fine principale è stato la pubblicazione di una nuova edizione critica con ampia introduzione, traduzione e commento del Peri; tuvchı di Plutarco, basata su una ricollazione sistematica di tutti i testimoni della tradizione manoscritta utili per la constitutio textus, compresi i due codici di Mosca che sono alla base della recensio planudea. Infatti, nonostante il grande lavoro editoriale compiuto nel XX secolo, gli apparati delle edizioni critiche, compreso quello della edizione Teubner, dalla quale poi dipendono tutte le altre, risultano tutt’altro che affidabili, considerato l’elevato numero di errori che presentano, alcuni dei quali anche vistosi e pedissequamente tramandati da un’edizione all’altra. Attraverso una ricollazione di tutti i testimoni utili della tradizione del De fortuna si è proceduto a fissare il testo greco con il relativo apparato critico, con l’intento dunque di far menda degli errori e delle imprecisioni presenti nelle moderne edizioni. Il testo greco è accompagnato da una traduzione a fronte in lingua italiana. L’edizione critica è corredata di una introduzione, dedicata alla tradizione manoscritta, alla storia della nozione di tuvch nel suo sviluppo storico e all’interpretazione dello scritto, che nel corso dei secoli è stato oggetto di opposte valutazioni e interpretazioni da parte degli studiosi che lo hanno giudicato ora filostoico, ora non difforme dai principi dell’etica aristotelica. Al testo greco e alla traduzione italiana fa seguito un ampio commento, in cui si affrontano tutte le problematiche testuali, filologiche, storico-filosofiche connesse all’interpretazione dello scritto. Per una corretta interpretazione e valutazione dello scritto si è reso necessario prendere in considerazione non solo le concezioni elaborate sul concetto di tuvch dalle varie scuole filosofiche, in particolare stoicismo ed epicureismo(vd. F. Becchi, Tuvch: storia di un nome, cit.), con le quali l’intellettuale di Cheronea polemizza, e studiare la valenza e il ruolo svolto dalla nozione di tuvch all’interno dei Moralia e delle Vitae (vd. F. Becchi, La nozione di tuvch in Plutarco, cit.), ma anche e soprattutto collocare questo opuscolo plutarcheo all’interno dei Moralia e collegarlo con opere di altri intellettuali più o meno coevi a Plutarco, come ad es. Alessandro di Afrodisia, impegnati a difendere gli stessi valori dagli attacchi delle moderne scuole di pensiero. Alcuni dei risultati raggiunti sono stati oggetto di comunicazioni tenute in occasione di Convegni internazionali dedicati a Plutarco.
Oggi questa nuova edizione è in corso di stampa presso la Casa Editrice D’Auria di Napoli nel “Corpus Plutarchi Moralium”. Presso lo stesso Editore nella collana «Strumenti per la ricerca plutarchea», che da anni affianca il «Corpus Plutarchi Moralium», è stato pubblicato uno studio (Le edizioni a stampa del “De fortuna” di Plutarco, «Strumenti per la ricerca plutarchea» VII, Napoli 2008)che, condotto in parallelo all’edizione critica del De fortuna, ripercorre la storia delle edizioni a stampa di questo scritto plutarcheo a partire dall’Editio Aldina del 1509,curata da Demetrio Ducas: uno studio che nell’evidenziare le caratteristiche distintive di ciascuna edizione e le relazioni tra le varie edizioni ha consentito di tracciare un quadro abbastanza soddisfacente delle vicende di un testo dei Moralia nell’epoca della stampa. Alcuni risultati di questo lavoro erano stati anticipati in una comunicazione dal titolo “Il De fortuna di Plutarco nelle edizioni a stampa”, tenuta nel 2006 presso l’Universidad Complutense de Madrid in occasione del V Encuentro de la Red temática de Plutarco: “Ecos de Plutarco en Europa”. A completare il quadro dell’importante funzione che non solo le Vitae ma anche i Moralia di Plutarco ebbero a svolgere durante l’Umanesimo e il Rinascimento in Italia e in Europa c’è uno studio condotto sulle traduzioni latine dei Moralia nei secoli XIII-XVI, che sarà pubblicato dalla Università di Salerno negli Atti di un Convegno sulle traduzioni latine dei Moralia.
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