Martedì 18 febbraio 2020, ore 11:00
DILEF-via della Pergola 60, Firenze
sala "la Pergola"
Riccardo Manzotti (IULM, Milano)
L'identità mente-oggetto: la soluzione dell'Hard Problem della coscienza?
Abstract:
Negli anni '50 sono state proposte varie teorie dell'identità mente-cervello (Smart, Armstrong) che si sono poi rivelate empiricamente insostenibili. Queste posizioni avevano il vantaggio di essere scientificamente falsificabili (come poi è successo). In seguito, il problema della coscienza è stato perseguito con strategie più deboli che evitavano di dover indicare la essenza fisica della coscienza – eg., i correlati neurali della coscienza o, in modo diverso, enattivismo nelle sue varie declinazioni. In questo intervento, propongo una nuova teoria dell'identità basata sull'ipotesi dell'identità tra mente e oggetti esterni, laddove per oggetti esterni si intendono gli oggetti esterni che esistono relativamente al corpo. Questa ipotesi ha notevoli vantaggi: semplicità ontologica, falsificabilità, adeguatezza fenomenologica, realismo estremo. Rivisitando l'oggetto esterno in termini di esistenza relativa nel tempo sosterrò che è possibile farsi carico sia della diversità dell'esperienza individuale (soggettività) sia della apparente autonomia dell'esperienza rispetto al mondo esterno. Se questo fosse vero, l'ipotesi dell'identità mente-oggetto sarebbe la soluzione dell'hard problem. Per metterla alla prova prenderò in esame una serie di ostacoli classici: illusioni, allucinazioni, sogni. La sfida è mostrare che tutti i casi di esperienza fenomenica sono in realtà altrettante declinazioni della percezione e di identità con l'oggetto (fisico) della stessa. Questa teoria è chiamata teoria della mente allargata (The Spread Mind).